mercoledì 23 maggio 2012

Ancora 8 giorni...

Questo post è dolce e amaro...
Parto con il dolce, perché è la parte più semplice.
A breve io ed il mio Amore coroneremo il primo dei tanti sogni che abbiamo: iniziare la nostra vita insieme, convivendo nella casa che stiamo terminando di sistemare. Sono felice, il pensiero di condividere la mia vita con la persona che amo è stupendo. Penso alle mattine in cui ci sveglieremo insieme, magari di corsa per andare a lavoro, alle domeniche oziose in cui provare a cucinare qualcosa di speciale, alla sera passata a rilassarci dopo una giornata intensa e dopo aver sbrigato le faccende domestiche... progettando gli altri passi che faremo insieme.
Tutto ciò mi rende entusiasta e felice, ma questi sentimenti al momento coesistono con altri come la paura, la nostalgia e la sensazione di perdere qualcosa di mio.
La paura è dovuta al fatto che io abbia convissuto in precedenza e le cose siano andate decisamente male. Sicuramente allora le premesse erano diverse, la progettualità era assente e questo a lungo andare ha minato tutto, fino a far finire quel tutto. Però certamente il timore di rivivere momenti terribili c'è, anche se ho maggiore consapevolezza degli errori fatti. Amo profondamente il mio Amore, so che siamo davvero complementari, come diceva una frase famosa "Amarsi non è guardarsi reciprocamente, ma guardare insieme nella stessa direzione". Ecco, credo che sia esattamente così, quindi, forte di questa certezza, affronto la paura in modo consapevole e non mi lascio sopraffare. 
Il punto però è tutto un altro. Io ho vissuto da sola per quasi sette anni, nella mia casa che avevo ristrutturato ed arredato pian piano, scegliendo le cose che mi piacevano, pazientando per avere quello che subito non avevo la possibilità di comprare. Ricordo di aver aspettato circa due mesi in più per andare ad abitarci perché volevo il parquet in camera da letto e così ho risparmiato dei soldi in più per poterlo avere.
Mancano otto giorni, a fine mese andrò via, dal 1° giugno casa mia sarà abitata da un'altra persona a cui ho affittato un pezzo della mia vita... sì perché non è solo una casa, è il posto in cui ho iniziato a vivere da sola, a staccarmi dalla famiglia, a gestire da sola tante situazioni, anche quella di avere una terribile influenza gastrointestinale senza avere nessuno a dirmi qualche parola di conforto, ad esempio. Me lo ricordo come se fosse ieri, in realtà sono passati più o meno cinque anni. Una sera ho cominciato a non stare bene e nella notte si era scatenato l'inferno (ero stata proprio male)! Non lo ricordo con vittimismo, anzi, era stato un altro passo verso la forza personale, il reagire autonomamente ad una situazione. Per molti saranno sciocchezze, ma finché si sta a casa con i propri genitori si è protetti anche in queste cose. Sfido a trovare una mamma che non si alzi dal letto per vedere la propria figlia (o figlio) che non sta bene e fare qualcosa per lei.
Un paio di anni fa invece mi sono lodata da sola per aver pulito la caldaia senza l'aiuto di nessuno, ma soprattutto senza regalare soldi al caldaista! Aveva cominciato a non funzionare più e mi è andata di lusso che era solo da pulire, ovviamente fosse stato un problema diverso avrei dovuto metter mano al portafoglio.
Un'altra volta si è sganciata l'anta scorrevole del mio armadio ed io sono diventata il ripieno del panino composto dall'anta e dal letto su cui son finita! Rimessa nella guida, mi son pure fatta una risata in solitaria (dopo aver imprecato un pochetto, devo essere sincera). Anzi, non proprio da sola, c'era Ginger, la mia gatta, che mi guardava con gli occhi spalancati. Eva, l'altra miciotta, non era ancora salita a bordo della mia famigliola ristretta.
Queste stupidaggini sono dei piccoli esempi di cose che se capitano quando si vive in famiglia, siano genitori, mariti, mogli, conviventi, non hanno secondo me, lo stesso significato. O meglio, non ce l'avevano nemmeno per me, non fosse che ora è il momento del distacco, per iniziare un nuovo percorso e quindi mi volto e ripercorro questo capitolo della mia vita così importante.
I muri di casa mia sono un pezzo di me, così come i pavimenti, i mobili, ogni cosa... ed io li sto lasciando.
Se la mia casa restasse sfitta, ogni tanto potrei andare a sistemare qualcosa, a respirare la mia aria, ma tra otto giorni la mia casa sarà mia sulla carta, ma la vivrà qualcun altro e non la rivedrò più.
Ovviamente spero di non tornare a viverci! Significherebbe lo sgretolamento della mia vita sentimentale e non mi sembra proprio il caso, ecco...
Infatti sono davvero contenta e felice perché la nuova casa ha una storia tutta da scrivere e la scriveremo in due (più Eva e Ginger ovviamente) e poi chissà, magari in tre o quattro... è un nuovo inizio, devo solo permettere al capitolo che si sta chiudendo di finire nel migliore dei modi. Devo portare con me il ricordo bello di questa esperienza e pensare che nella vita si debba guardare avanti, al futuro e non al passato, per quanto abbia significato tanto.
Però sono un po' triste, penso sia lecito, no?